Canile comunitario di Talamello |
Spett.le COMUNITA' MONTANA ALTA VAL MARECCHIA Spett.le PRESIDENTE PROVINCIA DI PESARO E URBINO Spett.le ASUR n.1 SERVIZIO VETERINARIO Oggetto: canile comunitario di Talamello. Siamo giunti a conoscenza che la Comunità Montana dell'Alta Valmarecchia ha da qualche tempo aperto un piccolo canile nei pressi di Talamello. Essendo, questa associazione, anche un punto di riferimento regionale su questioni inerenti il randagismo e la gestione dei canili, nonché l'applicazione della legislazione in materia, alcune persone del territorio marecchiese ci hanno contattato per svelarci quali presunte problematiche costituiscono il limite dell'attività del canile. La struttura, seppur dimensionata in modo tale da permettere una gestione sostenibile, pare tuttavia non riuscire a garantire il quotidiano assolvimento delle operazioni indispensabili a mantenere lo stato di igiene e di buona salute degli animali. Da tempo il mondo protezionista e ambientalista chiede di abbandonare la politica dei grandi canili-lager e di puntare invece su piccole strutture ben dislocate sul territorio, e gestite ovviamente con serietà e passione; in questo senso va riconosciuto alla Comunità Montana il merito di aver realizzato un canile "su misura", ma se la gestione non garantisce il benessere degli animali, l'impresa viene vanificata. In un canile di questo tipo, proprio perché piccolo, può avvenire l'interscambio tra cani adottati e cani abbandonati, ma questo meccanismo, che poi è il più importante, funziona solo con la partecipazione attiva dei gestori che devono saper fare promozione e vigilare sulla corretta detenzione del cane da parte del nuovo padrone. I cani tuttavia sono adottabili se si mostrano psicologicamente e fisicamente in buone condizioni e tali caratteristiche non derivano affatto dalla sola alimentazione o dalla sola igiene: i cani devono avere un rapporto di fiducia e di affetto con le persone che se ne occupano, e devono poter essere lasciati in libertà, nello sgambatoio, fuori dal box per almeno un'ora ogni giorno o al massimo ogni due giorni. Se questo tipo di trattamento implica difficoltà oggettive in canili con 200-250 cani, nelle strutture con meno di 50 cani, come in quella di Talamello, c'è da stupirsi che non avvenga. Vorremmo, per tutti questi motivi, conoscere in che modo e per conto di chi le persone che fino ad ora si sono occupate del canile svolgono il proprio compito, e se possibile daremo spunti e consigli perché la situazione, se veramente dovesse evidenziarsi come precaria, possa migliorare, fermo restando che vi siano di principio tutti i presupposti legali, ovvero la struttura a norma, i registri in regola, la reperibilità continuativa dei gestori, un rapporto diretto e costante con i veterinarie dell'ASUR e un adeguato orario di apertura al pubblico. Prevediamo, al fine di verificare e puntualizzare quanto sopra esposto, un sopralluogo di nostri soci volontari nel suddetto canile, preferibilmente con il consenso e la partecipazione di amministratori o tecnici della Comunità Montana. Acqualagna 23.01.06 |
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